Finalmente una risposta terapeutica scientifica,soddisfacente, a volte entusiasmante per la caduta del capello di qualsiasi origine sia. Tale metodica, sviluppata negli Stati Uniti, è efficace sia nell’Alopecia Androgenetica che nelle Alopecie di tipo Cicatriziale o Areata ed è stata provata … Continua a leggere
Archivio mensile:gennaio 2012
LEBBRA !!!!!!!!! (1°tempo)
La Lebbra o morbo di Hansen dal medico norvegese che scoprì l’agente patogeno nel 1873, il Mycobacterium Leprae, è ormai scomparsa in Italia come focolai autoctoni ma si presenta come patologia di importazione sia in cittadini italiani che hanno soggiornato all’estero nelle aree endemiche sia in extracomunitari che provengono da quelle zone. La malattia è concentrata nella fascia tropicale, soprattutto in India, Brasile, Indonesia e sud-est asiatico e Africa sub-sahariana.
Per fare fronte ai casi clinici, in Italia sono stati istitutiti 4 centri di riferimento per il morbo di Hansen (meglio chiamarla così,no?): Genova, Cagliari, Gioia del Colle (Bari), Messina.
Ma chi ci ha portato in casa la lebbra? Certamente Alessandro Magno al suo ritorno dall’India e soprattutto le Crociate che diffusero capillarmente la malattia che divenne in poco tempo una terribile pandemia! Siamo nel 1300 e l’Europa è percorsa da miseri individui in saio, incappucciati, col campanello, espulsi da ogni umanità.
Già nel ‘400 l’epidemia cominciò a calare per scomparire poi nel 1700, rimanendo comunque sacche di endemia in tutto il mondo ed in particolare nei paesi prima elencati.
Fare una stima del numero dei malati nel mondo è impossibile: secondo i dati sanitari sarebbero da 2 a 10 milioni. Il batterio ha due possibilità di ingresso nel corpo umano, il primo attraverso lesionì della pelle, il secondo dalle prime vie aeree (oro-faringe e muco nasale).
Una volta entrato il mycobatterio viene inglobato dai macrofagi che di solito lo neutralizzano ma a volte riesce a sopravvivere ed a moltiplicarsi, soprattutto in quei tessuti dove trova le migliori condizioni di sopravvivenza e cioè la cute e la guaina mielinica dei grossi nervi periferici. Si spiega così il lungo periodo di latenza clinica ( fino a 10 anni ) prima che si evidenzino i primi sintomi della malattia.